Sapevate che nel cuore dell’Argentina vi è un quartiere genovese? Legami tra Genova e il calcio argentino

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Sapevate che nel cuore dell’Argentina vi è un quartiere genovese? Legami tra Genova e il calcio argentino

In Argentina si trovano molti genovesi e liguri, in conseguenza del fatto che sin dalla prima metà dell’Ottocento si verificò una massiccia migrazione dall’Italia verso il Sudamerica.

L’emigrazione dalla Liguria avvenne prima che in altre regioni italiane e fu dovuta principalmente alla forte crisi economica, legata all’annessione della regione al Regno di Sardegna, sancita dal Consiglio di Vienna nel 1815, che comportò la fine della sua stessa autonomia.

Inoltre, grazie ai rapporti commerciali tra i porti liguri e le due Americhe, si venne a sapere che in Argentina, Brasile, Uruguay e Stati Uniti si sviluppavano grandi attività agricole, commerciali e industriali, che sfruttavano le risorse di terre in gran parte sconosciute.

I liguri furono tra i primi italiani ad essere informati della notizia e a trasferirsi in quei paesi.

I genovesi approdarono in maggior parte in Argentina, a quei tempi in grande crescita economica e bisognosa di manodopera navale.

Gli abitanti della Superba, che partivano nell’Ottocento dal porto in grandi imbarcazioni in cerca di fortuna, erano fieramente radicati alla loro città e la portavano nel cuore, tanto che hanno costruito dal nulla quello che è il colorato quartiere popolare di Buenos Aires, chiamato La Boca, dove ancora oggi si rivivono i colori, le tradizioni e i sapori dell’ex repubblica marinara, grazie alla cucina genovese.

In Argentina i genovesi, da secoli esperti nel settore marittimo, lavoravano in porto come manovali ed erano sottopagati ed avendo difficoltà a trovare dimore in cui andare ad abitare, iniziarono a costruire per loro baracche su un pezzo di costa, all’imboccatura del porto, che venivano allestite e dipinte con gli avanzi dei cantieri navali (legno, lamiere, vernice). Col tempo le baracche aumentarono di numero e diventarono anche più complesse (alcune fino a tre piani) e formarono un quartiere, La Boca appunto, dove molti cognomi sono ancora genovesi e si sente ancora talvolta parlare il dialetto della Superba.

La Boca ricorda un pochino l’antico borgo marinaro genovese Boccadasse per via delle sue casette colorate. Tuttavia il nome Boccadasse deriverebbe dal genovese “Bocca d’aze”, quindi “bocca dell’asino”, per via della forma particolare della baia, che ricorda la bocca di quell’animale. La Boca invece trarrebbe origine per il suo nome dal termine spagnolo “boca”, che significa “insenatura”: infatti il quartiere di Buenos Aires si trova all’imboccatura del fiume Riachuelo nel Rio de la Plata. Il rione è anche denominato la “Piccola Genova”, o anche “Piccola Italia”.

Al giorno d’oggi questo quartiere non è più solo un groviglio di baracche, come era in origine. E’ diventato molto più grande e il suo centro storico, che è costituito dalle prime costruzioni dei migranti genovesi e prende il nome di Caminito, è un’attrazione turistica per chi visita Buenos Aires, grazie anche alla particolarità della forma delle case e ai suoi murales.

A La Boca, oltre alla passione per il calcio, vi è anche quella per il tango e non è raro vedere per strada ballerini che si esibiscono in quel particolare tipo di danza. E’ un quartiere originale, affascinante, pieno di vita, ma alla sera diventa pericoloso da visitare.

Ancora oggi passeggiando per le strade de La Boca si può assaggiare la “fugaza”, tipica focaccia genovese o la “fainà”, la farinata di ceci.

La Boca è un quartiere intriso di cultura genovese, ma fu anche ribelle: nel 1876 fu fondato, da immigrati che provenivano dalla Superba, un movimento separatista di carattere politico, che mirava ad ottenere l’indipendenza amministrativa sulla gestione locale del quartiere e del porto. Altri movimenti puntavano ad ottenere l’indipendenza territoriale. Nel 1882 gli abitanti de La Boca si autoproclamarono “Repubblica de La Boca”, issando la bandiera di Genova e costituendo un territorio indipendente dall’Argentina e inviando l’atto formale al Re d’Italia, Umberto I, informandolo della costituzione della nuova repubblica indipendente. Ma il presidente della repubblica argentina, Julio Argentino Roca e i generali parlarono con i rivoltosi e costrinsero ad ammainare la bandiera di Genova e a risolvere il conflitto sorto.

Fondate da immigrati genovesi sono le due squadre argentine: il Boca Juniors e la sua rivale il River Plate, entrambe nate nel quartiere de La Boca di Buenos Aires.

Il Boca juniors fu fondato nel 1905 da un gruppo di adolescenti genovesi e prese il nome dal rione, aggiungendo poi il termine inglese “juniors” per dare prestigio alla parola. Secondo la leggenda, la combriccola di amici che fondò la squadra del Boca, non riuscendo a scegliere i colori per il club calcistico, decise di guardare quale imbarcazione sarebbe passata prima davanti a loro in porto per stabilire i colori: apparve allora una nave con bandiera svedese, quindi i colori per la squadra scelti furono il blu e il giallo.

Il Boca Juniors è noto in Argentina come “el Equipo Xeneize”, i giocatori vengono soprannominati “Xeneizes” (modifica del dialetto castellano-argentino del termine “zeneize”, che vuol dire genovese) e sul posteriore della maglia hanno scritto questa parola. Pure i tifosi del Boca hanno quell’appellativo.

Per quanto riguarda la squadra di calcio del River Plate, essa fu fondata nel 1901, sempre nel quartiere La Boca, da un gruppo di ragazzi, pure loro genovesi, col nome di Santa Rosa e in seguito si fuse con un altro club calcistico, Rosales. Il neonato club fu chiamato River Plate, perché si narra che uno dei fondatori, guardando giocare a calcio in porto un gruppo di marinai inglesi, notò accanto a loro delle casse ammatassate con il nome “River Plate” (cioè Rio de la Plata).I colori della squadra sono il bianco e il rosso, come i colori della bandiera di Genova. La prima formazione del River Plate annoverava ben sei giocatori genovesi.

Accanto ai due club calcistici maggiori se ne affianca uno meno noto, ma fondato sempre da emigrati della Superba: il Barracas Central. Tra i fondatori c’era Angel Gardella, primo presidente, nonché capitano e centravanti della squadra.

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